Sostenibilità
Comuni e cittadini sfidano Tremonti sullalta velocità
Grandi opere, grandi trucchi (a cura di Stefano Lenzi, responsabile ufficio legislativo Wwf Italia)
di Redazione
Marca il passo, ed è una fortuna, il programma delle opere strategiche del governo Berlusconi. Nella manovra 2004 vengono previste poche decine milioni di euro. A questo ritmo, sarà difficile che i sogni del governo diventino realtà, se solo si considera che il fantasioso primo programma per le grandi opere (delibera Cipe n. 121/2001) prevede investimenti complessivi, destinati a oltre 250 interventi, per 125 miliardi e 858 milioni di euro.
A una lettura superficiale, c?è da esserne confortati: le risorse per un?ulteriore devastazione del Paese oggi non ci sono. Anche se i marchingegni finanziari inventati dal ministro all?Economia rischiano di provocare gravissimi danni nel prossimo futuro.
Investimenti senza vincoli
Il ministro Tremonti, pur di concretizzare le smisurate ambizioni governative, ha messo in campo strumenti quali la Infrastrutture spa – Ispa, istituita con l?art. 75 della legge Finanziaria 2003, per sottrarre ai vincoli di bilancio imposti su scala europea gli investimenti pubblici necessari alla realizzazione delle infrastrutture strategiche.
Ma sostenere che questa operazione regge, perché trattasi di «ricchezza pubblica differita», si scontra, come sostengono il Politecnico e l?università Cattolica di Milano, con la mancanza di seri calcoli costi-benefici. Da qui il poco entusiasmo dei grandi investitori privati che vogliono concorrere al mercato solo a patto che il project financing sia una forma occulta di finanziamento pubblico, con lo Stato che deve comunque garantire il prestito iniziale e i ricavi futuri. L?allungamento dei tempi di concessione e la riduzione delle quote di autofinanziamento sotto al 50% annullano il rischio di impresa.
Ed è così anche per l?alta velocità ferroviaria, finanziata attraverso Ispa. Ispa è stata istituita proprio per consentire allo Stato di intervenire per farsi carico del relativo onere nel caso in cui lo sfruttamento economico del sistema AV/AC si dimostri non remunerativo. Come dire che Impregilo e gli altri attori di questa avventura, cui hanno concorso Fiat e aziende di Iri e Eni, hanno ottenuto un ?sine cura? incondizionato. Ma ciò che conseguenze concrete ha per le casse pubbliche? La previsione dei costi per il sistema dell?alta velocità ferroviaria fa rilevare un incremento del 525% delle spese previste a consuntivo, rispetto a 12 anni fa. E chi le paga?
Il peso cade sui cittadini
I cittadini, e tutta la macchina dell?amministrazione pubblica, a cominciare dalle autonomie locali. Non a caso nella legge 326/2003 che accompagna la Finanziaria 2004, si dà l?assalto alla Cassa depositi e prestiti, per trasformarla anch?essa in spa. E può essere vantaggiosa una Cassa, fuori dai conti dello Stato, che interviene come partner pubblico e braccio operativo del governo nel project financing per le opere strategiche. Ma questa operazione si scontra con la vocazione principale della stessa Cassa, dedicata al finanziamento degli investimenti e dei servizi locali. E i Comuni?
Cancellati dalle decisioni sulle opere strategiche, ridotti a esecutori delle pratiche urbanistiche, alle prese con le elemosine del governo, sono pronti a dare battaglia insieme ai cittadini.
Enti locali ambientalisti
Non è un caso che, dal momento della presentazione del progetto del Ponte sullo Stretto, nel gennaio scorso, ci sia un fiorire di coordinamenti di enti locali che avanzano proposte alternative: in Val Susa per contrastare l?alta velocità Torino-Lione, in Lombardia contro la Bre-Be-Mi autostradale. Si tratta di coordinamenti che supportano gli ambientalisti spesso disponibili ad arrivare sino al ricorso alla giustizia amministrativa per bloccare le opere. È questa un?importante novità: la saldatura degli interessi territoriali delle amministrazioni pubbliche e di quelli dei cittadini alla salvaguardia dell?ambiente può essere il muro su cui si infrange la corsa folle di questo governo allo scempio del territorio e del paesaggio.
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